23 oct 2011

Versión italiana de la hispanista Sara Viotti de las reacciones al calor, al frío y la percepción del transcurso del tiempo

Capitolo 23

 

Reazione alla temperatura

 

·         Non sopporta l'estate

SUPHUR 30 CH-LACHESIS 200 CH-APIS 200CH

·         Non sopporta l'inverno

SEPIA 200 CH – ARSENICUM ALBUM 200CH

·         Non sopporta né l'inverno né l'estate

MERCURIUS SOLUBILIS 200CH –IODUM 200 CH

 

Quando arrivai in quest'ospedale

notai la mancanza  dei prugni rossi,

dei cipressi  e dei frutteti di meli,

dei campi di grano e dei filari di girasoli.

 

Quell'edificio immane senza crepe

Mi parve più granitico dei palazzi

delle piazze, dei moderni marciapiedi

fatti perché nessuno vi si sieda.

 

Sentivo l'angoscia invadermi,

il cuore faticare

e i miei occhi che avevano imparato

a guardare

più non sapevano di fronte a quel disegno tecnico

in luogo di un paesaggio ameno.

 

Una bianca carezza di luce

mi ricordò quegli aranci

che rallegravano i miei inverni

colmando di colore gli occhi

e di sottile essenza

di zagara i polmoni.

 

Nel mattino immaginario, di sfuggita

si vedono anche la Luna e il Sole,

ma senza inverno

benché oltre la finestra

il tempo sia greve di ghiaccio.

 

Ricordo la tua gentilezza

che insieme alla tua pazienza,

simpatia ed affetto

poco a poco si è fatta strada

sino a separarmi del tutto

da quell'abisso silenzioso

senza possibile finale.

 

Mi abituai al ritorno

delle tue mani sulle labbra

ogni notte di tutte le notti

segnate da un orologio complice

del ballo delle costellazioni.                         Elia R. Bach

La vita all'ospedale trascorre in un soffio se non alzi la testa dal tuo lavoro, ma nel mio caso è impossibile che accada. La frequentazione di bambini mi obbliga a sentire ciò che vivono e tutti i miei pensieri e i loro sono privi di noia. Sono come gatti che giochino con il classico gomitolo. S'allenano per combattere la loro futura solitudine, meditano a una velocità indiavolata e guardarli dà le vertigini e perciò vogliamo frenarli perché noi adulti abbiamo da tempo rallentato le nostre funzioni.

 

Il tempo per i bambini è diverso da quello dei grandi. Il loro mondo è più reale di quello della gente matura. La loro percezione del tempo trascorso tra due fatti si avvicina molto alla cadenza del movimento delle costellazioni. Difatti, nelle persone adulte  il tempo passa lentamente nel presente sebbene la sensazione che si ha del tempo passato sia quella espressa da molti filosofi: "Tempus fugit".

 

Secondo molte osservazioni la percezione del tempo trascorso tra diversi fatti ha a che vedere con il metabolismo dei nostri corpi. In generale, le sensazioni a proposito della "velocità dell'orologio" dipendono dal nostro sistema endocrino. Javier, ad esempio, è un ragazzo che congela al freddo e, nello stesso tempo, non sopporta il caldo. Soffre di una discrasia nella formazione del grasso sottocutaneo ; vale a dire, non ha grasso sotto la pelle e perciò non è protetto né dal caldo né dal freddo. Il suo metabolismo è accelerato da una disfunzione della tiroide. Si muove continuamente, mangia come un lupo e ha un cervello che funzione come un fulmine.

 

Invece Claudia, anche lei un tipo nervoso, sta a meraviglia al freddo e non sopporta il caldo in estate, ha orecchie e labbra rosse, è un pochino in sovrappeso e ha addome voluminoso. Gli altri bambini la seguono nei giochi; si trovano bene con lei perché sembra avere una soluzione per qualsiasi cosa. Il suo ottimismo è contagioso e sembra stanca solo quando è accaldata.

 

Lucia non sopporta l'inverno ed è euforica in estate. A soli dieci anni ha già avuto il suo primo ciclo. Conosce prematuramente il mal di reni, il sentirsi triste con le mestruazioni e la mancanza di musica e luce intensa nello stesso tempo. E' como se il ritmo della musica scatenata l'aiutasse a "misurare il tempo". Claudia sembra conoscerla meglio di chiunque altro; Claudia balla con lei a tempo di rock and roll per tirarla su.

 

Dai tempi delle scoperte aritmetiche della civiltà araba, il sistema metrico decimale ha inveso progressivamente tutti i campi delle "scienze misurabili, eccetto quello della computazione del tempo. Perché? Nell'antichità il numero sacro era il 12, a causa dell'osservazione del cielo da parte dei saggi. Le costellazioni erano 12, e  la loro alternanza segnava le fasi dell'anno solare e delle stagioni. L'anno venne definito in 12 mesi, al fiorno vennero assegnate 24 ore (un multiplo di 12), l'ora fu divisa in 60 minuti (multiplo di 12) e ognuno di essi in 60 secondi (anch'esso un multiplo di 12). Noi adulti abbiamo bisogno di guardare spesso l'orologio per tutte le nostre faccende, perché abbiamo perso la nozione del tempo. Comè bello giocare con dei bambini!

 

Anche il nostro Ospedale è retto dalle costellazioni dello Zodiaco. Sebbene qui sia stata abolita la divisione tra giorno e notte e non esistano neanche le stagioni, i nostri ritmi vitali sono sempre circadiani e per orientarci abbiamo bisogno di uno zenit e di un nadir, anche se convenzionali. Essi segnano il nostro orizzonte e l'azimut dei punti luce in cielo.

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