Di nuovo sulla neve
dopo tanti mesi
di vuoto intorno,
riscoprire, in quest'aroma freddo
dei Pirenei innevati,
una pelle di narcisi e bianchi gigli:
la commozione sgorga in lacrime.
Alla vista di un orto così immenso, delicato,
gratuito, che in mano si disfa
al mio calore, che si ferma, senza fretta,
dolcemente, imbiancando campi
e strade, mi sciolgo di piacere.
Liricamente gioisco come bimba
che si svegli vedendo
che son coperti i terrazzi
Che diversa sensazione da quella
mattina quando per il gelo delle strade
di Berlino sommato al crudele disprezzo
m'invase la tristezza e fuggii cercando
a Parigi il calore dell'esilio.
Fino ad ora era per me la neve
un orto di lacrime fugaci
ma ora è,
me ne stupisco, come la notte
Dal "Manuale della solitudine"
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