Le tue medicine
INTRODUZIONE
Hai studiato biologia- lo so- in un periodo in cui la tua massima aspirazione era riuscire a insegnare in un vecchio buon liceo. Erano tempi che richiedevano impegno e disciplina, sebbene le materie di studio fossero più snelle e la parte pratica si limitasse alla dissezione di topi in laboratorio, all'osservazione della crescita delle lumache in cattività e, se si era fortunati, ad assistere allo studio delle acque sotterranee dei Pirenei.
La mancanza di prospettive per un futuro brillante non ti ha impedito di affrontare gli studi con entusiasmo, hai vissuto con gioia quei tempi difficili, sociologicamente parlando. Ti sei sposata, e, per molti anni, hai sperato con un'ansia infinita di diventare madre. Perse le speranze, tuo marito ti ha lasciata e sembrava la tua fine. Hai vissuto un inferno di quasi vent'anni di fumo, alcol e notti infestate da sogni mostruosi colmi di allucinazioni e incubi.
Per fortuna, la vita è lunga e sei riuscita a vivere in un altro spazio, un altro tempo, un altro mondo. Ora sei nelle condizioni di dare senso al film della tua storia. Ora puoi scrivere il tuo entusiasmo o ciò che ne resta; sarebbe bello che altri potessero continuare i tuoi lavori con i bambini. Forse qualcuno saprà approfittare delle idee frutto della tua esperienza clinica, ma anche dei corsi gratuiti dell'Università della Miseria in cui ti sei laureata a pieni voti.
Capitolo 1. SALE COMUNE O SALE MARINO:
Solitaria e muta la spiaggia,
cinte di spuma le tempie,
gioca col vento a vedere
come scivola sulla sabbia,
residuo di rocce autunnali.
Nella bocca riarsa il sapore
del sale d'ogni mare
soffoca il gemito al vespro,
l'afonia viene a galla camminando.
Il sale lasciato dalla marea
dei giorni nel distruggersi
è dose d'amore di vita.
Elisa R. Bach
Una volta Fermín mi chiamò da Shangai chiedendomi come sbarazzarsi di una diarrea persistente che lo prostrava obbligandolo a rimanere in albergo. Gli dissi di descrivermi tutto quello che aveva in frigo. In frigo c'era, tra l'altro (come in quasi tutti i minibar d'albergo) della spremuta d'arancia. Gli dissi di mischiare alla spremuta una cucchiaiata di sale e la diarrea saprì.
Si sarebbe potuta usare anche una bibita alla cola che, in piccole dosi, avrebbe agito, anche se più lentamente…
Con il sale possiamo produrre molte medicine basate sulla sua proprietà d'assorbimento dell'acqua.Un'applicazione importanete ed utile è la preparazione di medicine contro la disidratazione. Vale la pena di dedicarle una piccola spiegazione.
Milioni di anni fa-probabilmente- la specie dalla quale veniamo viveva in acqua senza alcun problema come i pesci. Il mare primigenio era meno salino di quello odierno (circa 100 milioni di volte meno). I fiumi e i torrenti, proprio come oggi, vi depositarono poco a poco, per trascinamento, sali minerali fino ad aumentare la concentrazione di sale nelle acque marine a un livello tale da impedirvi la vita di molte specie. L'esistenza di mari così salati come il Mar Morto rafforza la tendenza di molte specie ad abbandonare l'ambiente marino in cerca d'acqua dolce, cioè meno salata
Un gran quantità di ricerche e la pratica clinica hanno dimostrato che l'equilibrio dei liquidi all'inetrno degli organismi viventi dipende dal sale. Uno squilibrio nella quantità e nella distribuzione del sale provoca numerosi sintomi, malattie o sindromi che alterano la salute.
Sono molti i segnali dell'alterazione del metabolismo del sale nell'organismo e un esperto clinico li riconosce senza difficoltà, ma molto prima che la salute sia compromessa è possibile osservare una fessura in mezzo al labbbro inferiore. Questo segno è già una dimostrazione del fatto che inizia ad esservi siccità (dididratazione) nelle mucose e nellapelle. In questo caso, possiamo già procedere a somministrare, in mancanza di aiuti sanitari, una medicina preparata dai noi stessi.
La medicina più importante della vita
Si prendono 50 grani di sale comune (meglio se marino, per la sua composizione iodata) e si introducono in un litro d'acqua. Si agita bene la bottiglia o il recipeinete che contiene l'acqua , e il tutto è pronto per essere bevuto nell'arco del giorno. Il girno dopo, si preparerà un altro litro d'acqua e così via nei giorni seguenti. Non si deve conservare l'acqua così preparata per più di tre giorni e dev'essere sempre mantenuta in frigorifero.
L'acqua piovana distillata non è potabile se non viene trattata con sale nel modo descritto (in questo caso è raccomandabile diluire una quantità un po' superiore : circa 100 granio di sale per litro d'acqua). A Berlino di solito le persone bevono acqua del rubinetto e, di conseguenza, la disitratazione è molto diffusa. A Berlino, infatti, non ci sono montagne dalle quali possa fluire acqua mista a sali minerali.
Che cosa possiamo curare con il sale preparato in questo modo?
• Problemi di denutrizione e dimagrimento (della parte alta del corpo) pur in presenza di appetito vorace.
• Disitratazione nonostante ste intensa e desiderio di sale.
• Stati psichici di iperemotività: depressione che si intensifica quando si cerca di concolare il soggetto. LA persona rifuggi il contatto umano e accetta invece positivamente un animale da compagnia.
· Edemi localizzati e limitati: palpebre, dita, malleoli.
• Frilosidad, sobre todo de las extremidades con aversión al calor.
• Maleattie che si producono in riva al mare o al ritorno da un giorno alla spiaggia.
• Anemia, dopo perdita idrica in soggetti pallidi e magri (bioemazie con dendriti-ramificate)
• Leucopenia da medicamento: chemioterapia.
• Diabete insipido: polidipsia, poliuria, dimagrimento.
• Malattie della milza, di orgnani emato poietici.
• Sintomatologia in seguito al massiccio assorbimento di chinino; effetti della malaria.
• Cefalea pulsante; come un chiodo; con lacrimazione; a causa di caldo eccessivo.
• Cefalea ed emicrania negli studenti.
• Comparsa nel campo visivo di lampi o scintille.
• Nevralgie facciali; del trigemino o d'Arnold.
Elisa R. Bach
SALE DI GLAUBER (Natrium sulfuricum) o Solfato di sodio
Mi son lavata i denti
con del sale di Glauber
per sbiancarli
e sono scesa in spiaggia.
Non mi andava
di tornare in Ospedale
Senza sapere dove andare
mi son sedura sulla sabbia
lo sguardo fisso
senza posa all'orizzonte;
in cielo luci rosse
si accendevano già,
mi sono alzata lentamente
e ho camminato sfiorando
per qualche istante
con i piedi la calda acqua di luglio
di quell'estate di cobalto.
Con addosso gonna azzurra,
camicia bianca
e scarpe wamba rosse
mi son gettata in mare
come già Alfonsina Storni
e la mitica Virginia Wolf
ed era pure molto tardi.
Le luci dei pescatori
già affioravano sul mare affollato
e in acqua
ardevano le domande
e i loro strani silenzi.
Ho nuotato fino alla boa
Rossa, che si nasconde come il sole
Dall'altra parte delle barche.
Ormai vicina al filo dell'orizzionte,
solitaria e persa nel crepuscolo
avanzavo sempre di più in mare
sentendo l'incertezza
commuovermi
come l'entrare in una poesia
o in una lunga notte
d'amore sconosciuto.
Mi prendeva l'angoscia sapendo
Che laggiù il mare era profondo
Ma all'improvviso
La vidi sulle acque.
Una donna adulta,
dlla bellezza stanca,
la chioma bianca raccolta,
mi si avvicinava a nuoto,
a bracciate serene.
Sul suo volto un che di familiare,
pareva venire da qualche yacht vicino.
Incrociandomi,
sé fermata un momento
e m'ha gurdata negli ochhi:
Non son venuta a cercarti
-ha detto- sono di passaggio
cerco acqua più fredda.
Mi han svegliata il caldo,
uno strepito di voci
e il rumore di una moto
che passava in strada
attenta
a non investire qualcuno.
Era metà mattinata
Il cielo era pulito,
senza nubi, l'aria in calma,
il sole molto alto,
e il caldo rimbalzava sulla pelle
come su un bompresso in agosto.
Sono scesa a far colazione
Ai tavolini di un bar
Della passegita a mare
E ancor stordita comtemplavo
Il brulicare della gente.
Il mare era una tavola
Infestata di bagnanti
E sulla sabbia in fuoco
Giacevano cento corpi
A arrostirsi sotto il sole.
Non era mio
Il nome dell'annegata
Sulla prima pagina
Del quotidiano locale
Elisa R. Bach
Negli anni settanta, come in altri tempi, tutte le sere sulle spiagge della Costa Brava c'erano storie divertenti e barzellette. Era un tempo di ottimismo in cui i campeggiatori facevano a gara per mettere la gente di buon umore. I turisti stranieri erano accolti molto bene. La gente aveva sete di conoscere e condividere la vita di tutti.
In una di quelle notti dell'estate del '76, quando il fresco della notte cominciava ad accarezzare le pelli abbronzate e ardenti, i campeggiatori si stavano avvicinando al piccolo gruppo che si riconosceva dalle risate che contagiavano l'ambiente di quell'angolo del campeggio. Prima di dare inizio al Circolo del Buonumore, qualcuno chiese a una dottoressa cosa poteva fare per curarsi la dentatura malridotta. La risposta fu semplice e non ammetteva repliche : il miglior dentifricio è l'acqua di mare (acqua salata). Da quella notte tutti i campeggiatori si lavavano i denti in mare.
La dottoressa diede maggiori informazioni a chi le faceva domande, curioso di sapere se andassero bene anche altri sali. E venne del tutto sconsigliato con forza il bicarbonato di sodio, dato che ingialliva i denti, e anche l'uso sbiancante del sale di Galuber (solfato di sodio) a causa dei suoi effetti tossici (diarree, ecc.).
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