22 jul 2011

Sara Viotti de Génova traduce el poema de Elisa "LA SOLEDAD" al italiano

La Solitudine

 

L'ultimo inverno m'ha lasciato

l'anima gelata, ferita,

nascosta sotto pelle nuova

e un silenzio crudele nella casa

che dovevo abbandonare.

 

Senza fiori appassiti,

senza dischi altrui da restituire,

tra bottiglie a metà

in cucina e il frigo vuoto

e migliaia di progetti a pezzi

ero in preda alla tristezza.

 

Ho risolto con calma

il rompicapo, di qua

i sentimenti, di là

le certezze, i dubbi

e le ombre vaganti,

che ovunque fluttuavano .

 

E non ce l'ho fatta  a continuare

perché non c'era nessuno

che mi aspettasse

in nessun luogo.

Dietro rimanevano cadute

sul ghiaccio infido

che mai avrei dovuto attraversare.

 

Il gran problema

da risolvere era il non avere

nessuno a cui pensare.

La tristezza mi ripiegava

su me stessa, m'obbligava

a rifugiarmi nella pelle.

Prima o poi avrei dovuto

lacerarmi il corsetto

come un rettile che cresce.

 

Speravo che ,

al cader la sera,

non solo la tristezza

non solo la stanchezza

m'aspettassero

inevitabili amiche.

 

Speravo solo di non dover aspettare.

aspettare sempre ancora una chiamata,

un abbraccio nel silenzio,

mani soavi

a trattenersi percorrendo

la mia diversa geografia.

 

 

Era difficile, già lo sapevo,

quasi impossibile

-una probabilità di Murphy-

far partire i motori

così a terra la mia batteria

 

Mi bastavano solo una briciola

caduta da una stella,

chiavi per aprire

le porte di un altro rione;

il riparo del rifugio

di altri occhi.

 

Anelavo labbra ardenti

a baciarmi lentamente

a riempire ogni mia cavità,

come il goccia a goccia che si dà

al disidratato ,

per la loro stessa presenza..

 

Una parola gentile,

una carezza per medicina,

per continuare a sentire,

questo anelavo.

 

Dovevo affrontare

non il solo oblio- il mio-

e il ricordo struggente d'altri spazi

e altri tempi;

dovevo anche eliminare

o blandire il risentimento

verso gli altri, quello che  ti assale

alle undici del mattino.

 

Prima dovevo vincere il silenzio

e l'inutile nostalgia

di ciò che che non può tornare

nell'attimo in cui ogni

mia energia era distrutta;

 

Intuivo l'avvento di nuove gioie,

di altre gocce fresche

sulle mie labbra aride,

sulla mia pelle dolente,

per poter sorgere come una margherita,

per poter sentire ancora.

 

Elisa R. Bach

Traducción de Sara Viotti

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