La Solitudine
L'ultimo inverno m'ha lasciato
l'anima gelata, ferita,
nascosta sotto pelle nuova
e un silenzio crudele nella casa
che dovevo abbandonare.
Senza fiori appassiti,
senza dischi altrui da restituire,
tra bottiglie a metà
in cucina e il frigo vuoto
e migliaia di progetti a pezzi
ero in preda alla tristezza.
Ho risolto con calma
il rompicapo, di qua
i sentimenti, di là
le certezze, i dubbi
e le ombre vaganti,
che ovunque fluttuavano .
E non ce l'ho fatta a continuare
perché non c'era nessuno
che mi aspettasse
in nessun luogo.
Dietro rimanevano cadute
sul ghiaccio infido
che mai avrei dovuto attraversare.
Il gran problema
da risolvere era il non avere
nessuno a cui pensare.
La tristezza mi ripiegava
su me stessa, m'obbligava
a rifugiarmi nella pelle.
Prima o poi avrei dovuto
lacerarmi il corsetto
come un rettile che cresce.
Speravo che ,
al cader la sera,
non solo la tristezza
non solo la stanchezza
m'aspettassero
inevitabili amiche.
Speravo solo di non dover aspettare.
aspettare sempre ancora una chiamata,
un abbraccio nel silenzio,
mani soavi
a trattenersi percorrendo
la mia diversa geografia.
Era difficile, già lo sapevo,
quasi impossibile
-una probabilità di Murphy-
far partire i motori
così a terra la mia batteria
Mi bastavano solo una briciola
caduta da una stella,
chiavi per aprire
le porte di un altro rione;
il riparo del rifugio
di altri occhi.
Anelavo labbra ardenti
a baciarmi lentamente
a riempire ogni mia cavità,
come il goccia a goccia che si dà
al disidratato ,
per la loro stessa presenza..
Una parola gentile,
una carezza per medicina,
per continuare a sentire,
questo anelavo.
Dovevo affrontare
non il solo oblio- il mio-
e il ricordo struggente d'altri spazi
e altri tempi;
dovevo anche eliminare
o blandire il risentimento
verso gli altri, quello che ti assale
alle undici del mattino.
Prima dovevo vincere il silenzio
e l'inutile nostalgia
di ciò che che non può tornare
nell'attimo in cui ogni
mia energia era distrutta;
Intuivo l'avvento di nuove gioie,
di altre gocce fresche
sulle mie labbra aride,
sulla mia pelle dolente,
per poter sorgere come una margherita,
per poter sentire ancora.
Elisa R. Bach
Traducción de Sara Viotti
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