5 oct 2011

La hispanista Sara Viotti envía la versión italiana del capítulo 20

Capitolo 20

 

·         Malinconia dopo una forte arrabbiatura

·         Pensieri ricorrenti di suicidio

 AURUM METALLICUM 200 CH

 

Quand'ero bambina, l'erba, all'ora in cui le vie della terra si riconciliavano, levava dolcemente i fili e accendeva i chiarori. I "gentlemen del giorno" nascevano con lo sguardo del loro amore e i castelli delle loro amate avevano finestre quante un monumento di Gaudì.

 

Quand'ero bambina, l'erba conosceva mille divise che non si contraddicevano. Era la provvidenza dei visi bagnati di lacrime. Stregava gli animali, dava asilo all'errore. Si estendeva come il cielo che ha sconfitto la paura del tempo e reso sottile il dolore.

 

Quand'ero bambina, l'erba era buona con gli alienati e ostile con il boia. Si sposava con la soglia di sempre. Gli oggetti e i giochi che inventava erano alati di sorrisi. Non era severa con nessuno di quelli che persa la strada volevano perderla per sempre. Roseti e rovi, nonostante le spine, regalavano rose e more per la gioia dei loro occhi e labbra, come ne esaudissero l'ultimo desiderio.

 

Quand'ero bambina l'erba aveva deciso che il potere della notte valesse meno del suo, che le fonti non complicassero a piacere il proprio corso, che il seme che si perdeva era già mezzo nel becco degli uccelli. Quand'ero bambina, terra e cielo s'odiavano, ma terra e cielo vivevano.

Adesso attraversiamo l'inesauribile siccità; l'uomo è un estraneo per l'aurora. Eppure, inseguendo la vita che ancora non può essere immaginata, ci sono volontà che rabbrividiscono, mormorii che debbono essere affrontati, bimbi sani e salvi che scoprono.

 

Caro Igor,

 

Devo assentarmi dall'ospedale ancora per qualche giorno a causa della burrasca di vento che non si placa sull'aeroporto del Cairo. Il servizio meteorologico dice che il maltempo continuerà.

 

Dopo il nostro violento litigio voglio dirti che mi sono pentita di essermi fatta trascinare dai nervi come facevo a vent'anni. Te ne chiedo scusa.

Ma, d'altra parte, ti ricordo che il tuo potere su di me non ha inizio né fine. E' puntellato solo da assenze, usci strappati, pura inazione. La fatalità si sovrappone all'esistenza e a questa ancora la fatalità. Conoscerai strane altezze.

 

La bellezza – penso - nasce dal dialogo, dal rompere il silenzio per poi rinnovarlo. Questa frase che ti chiama al suo passato è libera. Ecco cosa si legge sulle righe della sua bocca. Ora dopo ora, il mio desiderio di riconciliazione cresce, come la notte artificiale dell'ospedale, il calore indotto dalle placche solari, la vegetazione di plastica e il cielo infestato da leds che impediscono la presenza delle ombre nei corridoi, gravità costruita per rotazione.

 

Tra i quaranta e i sessant'anni, avevo terrore di pensare al suicidio; preferivo annegare quest'idea in una lunga notte fatta di sbronze una dietro l'altra. Ora quest'idea di una fine coerente con la rottura della nostra relazione , che è in gran parte colpa mia, va facendosi pericolosamente strada nella mia mente. Mi sento spinta a progettare come metterla in atto, a lasciare tutto al suo posto, specialmente per quel che riguarda mio figlio, che ha ormai compiuto 15 anni. La progressiva apparizione del sole dietro un lenzuolo grigio all'orizzonte spegne la mia sete di tragedia. Ah! Non aver paura di riversare la tua gioventù sulle mie labbra quando ci rivedremo, se ancora avrai voglia della mia anima e dei miei sospiri.

 

Baci e a presto.

Elisa

PS: ti porterò fichi freschi e uva passa.

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