21 oct 2011

Comentario de una profesional de la Salud

Hola
 
Molt bó aquest capitol 22.
 
No obstant, crec que jo trenco aquesta regla: vaig passar la meva primera etapa essent lycopodium, després vaig passar a sulphur i ara crec que estic en calcarea carbonica....és el que hi ha!
 
D´altra banda m´ha encantat la detallada i extensa descripció de hospital Carioca....quina imaginació! semblava com si anés recorrent-lo amb una càmara de filmar!!!
 
I quin contrast amb l´espai reduít de la caravana,...realment amb l´Elisa és fàcil sentir-te esplèndidament, com en l´hospital carioca i als 2 segons, agobiada, sentint com deuria viure a la caravana!!!
 
Gràcies!
 

El Resentimiento

El resentimiento

 

Crees que tienes la culpa

porque nada te protege del desencanto.

Sin embargo todo te dice

que evites hacer la suma

y observes la luz que invade el cielo.

 

¡Tal vez mañana no sea el final!

 

Vive el resplandor del atardecer,

la hermosa cabeza de brusca mirada,

la seca sonrisa, la piel como nieve,

el ojo turbio como el rio que sale

por vez primera del hielo,

 

la fría luz de esta vida en diciembre.

 

Por eso vas al mar,

quizás sus caricias

calienten en nuestro abrazo.

Abandonaste tus paseos

a conocidos parajes arqueológicos.

 

Ya no encuentras huellas

 

del consuelo en las ruinas,

en aquellas mismas piedras

en donde ayer te sentabas.

En eso piensas, no en atenienses

del siglo quinto antes de Cristo.

 

Tampoco Karnac o Delfos valen la pena.

 

¡Es tan evidente que te fuiste

por resentimiento, por una venganza

que sólo a mí puede dañarme!

Evita hacer la suma

y observa la luz que invade el cielo.

                                    Elisa R. Bach

19 oct 2011

Las tres fases en un profesional: OPTIMISMO, INSEGURIDAD, PESIMISMO

"…Estoy admirada por todos los aspectos científicos que incluye la primera parte del texto del capítulo 22. La descripción de la forma de la nave y de las condiciones que allí se dan me parece excelente; es sencilla, clara y precisa, y, por otra parte, el repaso al toro geométrico, a la fuerza de la gravedad y a la aceleración de Coriolís le dan un importante nivel matemático. Muy bien Elisa, me gusta la parte de ciencia que regularmente figura en los imaginativos textos de "Niños a la deriva"…"

La Profe de Mates

 

"…A sugerencia de la narradora, reflexioné, y empecé a imaginarme situaciones que ella plantea en un mundo sin sombras; sentí... ¡un agobio  brutal!. Me produjo tremendo alivio el hecho de ver la sombra de mi dedo proyectada sobre el teclado del ordenador. Cada semana, el capítulo de "Niños" me abre una ventana a un "paisaje" diferente, a un mundo nuevo, y que siempre me encanta…"

Gracias. Marta

 

"…Me  gusta mucho el fragmento que hace referencia a la duda entre dos soledades y, ante la incertidumbre de la narradora, yo la animaría a inclinarse por la primera: los poemas de su pluma podrían envolver ese regalo que está esperando el lector para atenuar su propia soledad…"

Santi

17 oct 2011

Versión italiana de la hispanista Sara Viotti del Cap´22 de NIÑOS A LA DERIVA

Capitolo 22

 

Ritorno alla vita ospedaliera. Fasi della carriera professionale.

 

·         Ottimismo

SUPHUR 15 CH

·         Insicurezza (paura di non farcela)

LYCOPODIUM 200 CH

·         Pessimismo (paura indistinta)

CALCAREA CARBONICA

 

Un casa in riva al mare

 

Come d'inverno in una casa in riva al mare

Le onde elettromagnetiche brillano

E battono come sabbia bianca

La deserta facciata centrale

Al cui centro si trova il sole.

L'ampiezza del cielo buio

opposto al sole

colmo di stelle nasconde come un velo

l'alta e piccola finestra muta

rivolta allo spazio infinito.

 

Nell'angusta cantina

Si cuoce il pane di farina inesistente

Nell'aria un profumo speciale ricorda

Un mulino che canti con le braccia stese al vento.

Con occhi di sale solca la mareggiata densa

Il muro leggero di titanio,

come vento d'inverno corrode il pensiero.

 

E dolce in una brezza immaginaria

si fa strada come  fosse estate

dalle calde ombre.

Il suolo metallico chiama i piedi

come già Pangea le radici,

mentre lo sguardo cerca

un azimut per sognare ad occhi aperti.

 

Si aprono e si chiudono finestre. Niente.

Qualcuno verrà ad abitare questa nave crescente

sperando nel bel tempo.
                                     Elisa R. Bach
                          Versión italiana de Sara Viotti

 

La prima volta che ho visto il moderno ospedale Carioca ho creduto di sognare. Ascoltando la parola "transbordador" con la perfetta acustica del veicolo l'avevo interpretata con il significato di aeroplano in lingua portoghese, ma dopo, alla vista panoramica di una struttura a forma di toro geometrico, una specie di gigantesca ruota da motocicletta munita di pneumatico con raggi ed asse perpendicolare al piano del toro, compresi che il veicolo dove viaggiavo era un autentico transbordador che faceva già manovra per congiungersi alla rampa che faceva le veci di una pista d'atterraggio.

 

Sentii emozionata che mi batteva il cuore e con una sensazione di meraviglia mista a paura, curiosità e angoscia presi ad annotare sul mio Quaderno di bordo ogni dettaglio di ciò che vedevo, sentivo e provavo mentre con la coda degli occhi osservavo la reazione degli altri passeggeri. La smorfia sulle loro labbra m'indicava che dovevano provare la mia stessa sensazione. Prima di "prendere contatto" con l'Ospedale Carioca ci diedero una piccola spiegazione in portoghese brasiliano, spagnolo, inglese e cinese di ciò che era quell'edificio fuori del comune che manteneva al fresco più di un milione di persone.

 

 

La sua forma -spiegava la hostess- favorisce, girando sull'asse perpendicolare che passa per il centro del giro, la creazione di una gravità artificiale simile a quella terrestre. La forza centrifuga cui erano sottoposti mobili, libri, cibo, macchine, persone ecc. era -parola della hostess- equivalente a quella prodotta dall'accelerazione di gravità che si poteva sperimentare nella zona di Parigi.

 

La struttura, in apparenza, simulava tutte le condizioni in cui milioni di abitanti vivono sulla Terra. I costruttori si erano presi la briga di imitare migliaia di dettagli della vita quotidiana di un ospedale: si vantavano perfino del fatto che all'Ospedale Carioca la vita fosse migliore perché erano stati ridotti gli effetti dell'accelerazione di Coriolis e molti altri aspetti fisici e psicologici che intervengono sul corpo umano.

 

Uno studio così millimetrico era, in effetti, sorprendente; ed era mirabile lo sforzo tecnico economico e umano portato a termine, ma con il tempo poco a poco vennero a galla i difetti. S'immagini un luogo senza nuvole, dove la pioggia non esista del tutto; un luogo dove non ci sia primavera, né estate, né neve; la notte non esista , il nostro ciclo circadiano sia segnato dall'orologio perché l'orbita dello spazio all'interno dello spazio in questione si dà perpendicolarmente al piano dell'equatore e il sole è sempre nella stessa posizione, cioè il giorno ha le stesse ore dell'anno, minimizzando gli effetti del movimento di traslazione del sole verso l'Apex.

 

S'immagini un mondo dove nulla possiede un'ombra a causa di un'illuminazione che si diffonde in tutte le direzioni creata da migliaia di minuscoli leds; un mondo di estetiche piante di plastica da cui sorgono profumi artificiali anch'essi; di pareti dai quadri a colori vistosi dove sono vietati i neri e i seppia; nelle aree di divertimento gli schermi extrapiatti trasmettono continuamente video di folle che ballano la samba o film idilliaci d'erotismo superficiale e partite di calcio; nelle sale di lettura le pareti sono decorate come se contenessero migliaia di libri dando l'illusione di trovarsi in una biblioteca.

 

In uno spazio di quattro metri quadrati ho convissuto con mio figlio come nella stanza di una roulotte. Sotto un letto della larghezza di un metro riponevamo i pochi abiti, resi secchi e rugosi dalla scarsa umidità relativa dell'atmosfera, in alto il letto di mio figlio e una scrivania come soppalco. Durante "il giorno" il mio letto si trasformava in un tavolo da lavoro e quando lo si alzava tutto il materiale utile scivolava fuori come se uscisse dalla parete fino a formare un piccolo ufficio. In questo ambiente la paura s'impadroniva di noi e abbracciati l'uno all'altra pregavamo per scongiurare i minacciosi pericoli immaginari di un mondo senza ombre.

 

Eppure, nonostante tutti questi difetti, ho potuto scrivere le mie poesie per tutti questi anni perché erano il cordone ombelicale che mi manteneva unita ai miei bambini. Ho potuto stare vicina a mio figlio che mi ha dato i 15 anni migliori della mia vita e inoltre ho avuto il privilegio di visitare centinaia di esseri meravigliosi che mi hanno aiutata a continuare a vivere. Nonostante tutto, però, sono sempre in dubbio fra la solitudine in riva al mare, sulle rocce, con la penna che si muove al ritmo della mia mano o la solitudine in mezzo a una moltitudine di voci solitarie nelle sale di questo ospedale.
 
Elisa R. Bach
Versión italiana de Sara Viotti

16 oct 2011

ALABANZA A NUESTRA PROPIA SOMBRA

La descripció de l'hospital és gairebé al·lucinant, i permet fer-se'n una imatge mental gairebé cinematogràficament precisa. Hi ha una lloança, un cant, per antítesi i absència,  a elements tan oblidats com l'ombra que projectem persones i objectes i a tot allò que és natural! . Felicitats i gràcies pel text.
                                      La Profe de Català
 
Traducción (sic)
La descripción del hospital es casi alucinante, y permite (-creo-) hacerse una imagen mental casi cinematográficamente precisa. Encuentro en ella una alabanza, un canto, por antítesis y ausencia, a elementos tan olvidados como la sombra que proyectamos personas y objetos y a todo aquello que es natural. Felicidades y gracias por el texto.
                                    La Profe de Catalán

EL VERANO NO QUIERE DESPEDIRSE

El verano no quiere despedirse

 

A veces el verano no quiere

despedirse como lo suele hacer

acompañando al bosque,

con trufas y cortezas de árbol,

misterios que sólo surgen en otoño.

 

la arena aún se deja pisar

por pies descalzos

y el espacio entre los árboles

es como una ventana iluminada

que deja ver el febril trabajo

de diecisiete duendes adorando al sol.

 

Escaleras de troncos abajo,

se bañan los últimos turistas

del atípico octubre

mientras las jóvenes olas se estrellan

contra los dientes de granito.

 

Algunos barcos se apoyan

en el fondo azul,

sin sobrepasar el horizonte,

como los cuadros que sobran

en la vieja casa de Cadaqués.

 

El tomillo silvestre

se pierde con un rayo de sol

junto al momento desatendido

como música escuchada

en la profundidad de lo absoluto.

 

Nosotros mismos somos música

como la que sale de una caracola

varada en una cala

y del suave oleaje de una Costa Brava

anormalmente tranquila.

 

Los pinos nos rodean junto al mar

protegiéndonos de la tormenta de luz

y de la mezcla imposible

de cercanos augurios

de cipreses y esperanzas.

 

A veces el verano no quiere

despedirse como el bosque

con trufas y cortezas de árbol.

                                     Elisa R. Bach

15 oct 2011

Fases por las que atraviesa el profesional: OPTIMISMO, INSEGURIDAD, PESIMISMO

Esta noche Andrés subirá desde México a la web www.homeo-psycho.de el capítulo 22 de la novela "NIÑOS A LA DERIVA" con las correspondientes versiones en alemán e inglés de Heike y Yogui.  En este capítulo Elisa indica las fases por las que atraviesa el profesional en cuanto a su actividad: OPTIMISMO, INSEGURIDAD, PESIMISMO, indicando cuáles son sus remedios homeopáticos.

Aprovechamos este mail para recordar que los comentarios que los usuarios y lectores de esta página se publican en el "Newsletter"

                                      Leo P. Hermes

 

Nota: si no deseas recibir más correos de nuestra web www.homeo-psycho.de responde a este mail con la palabra BAJA.

 

14 oct 2011

ARSENICUM ALBUM el mejor remedio para combatir la soledad aparte del chocolate

Dame tu soledad

 

Algún día el tiempo se detendrá,

cerraré los ojos: querré

guardar esa armonía

geométrica, suave, intocada.

Mientras tanto el sueño

se prolongará en la aurora

como una rama frágil

y alguna estrella nocturna

seguirá bajo las hojas.

 

Algún día el tiempo se detendrá

ante una luz.

Y habré de cambiar mi sangre

por el espacio mítico

de un sueño.

 

Antes de que eso ocurra

dame tu soledad

y acosaré obsesivamente

la belleza que se desprende

de todo lo que te rodea

y aquello que al tocarte

se enamora de ti.

 

Dame tu soledad

y le haré un antifaz

para que ciegue tu corazón,

dame algunas palabras

que te sobren y les pondré

una sonrisa a los silencios,

dame el nombre de alguna ciudad

y en ella sembraré

planetas antiguos

que abran las aceras a los pájaros.

 

Dame un callar exacto, sin decimales

y te lo cambiaré por playas

que murmuren canciones

de naufragios equivocados

y estampidas septembrinas de gorriones

                                                Elisa R. Bach

13 oct 2011

Este año a diez de octubre aún es verano en Cadaqués

El poema "Me ha tocado escribir", publicado esta semana en "Niños a la deriva", me ha revelado lo que podría ser el origen del gusto de Elisa por las matemáticas. A pesar de que no entendía los problemas que su padre le planteaba, puede que adivinara que detrás de aquellos "rollos" había algo ingenioso digno de ser estudiado: una chica intuitiva y muy lista. Los versos de la última estrofa, "para mí quererte/ fue como respirar, de fácil" son de los más maravillosos que una hija puede dedicar a un padre. 
 
La Profe de Mates
 
 Me ha gustado cómo, en el capítulo 21 Elisa sigue deleitándonos con el recuerdo de su precioso Cadaqués en el que está la misma casa de ventanas azules con la puerta de agosto y la de febrero. Me gusta su insistencia en relatarnos el ambiente de un paisaje amado, conocido y sereno: el vivir de sus gentes que "saludaban al mal como a una extravagancia del atardecer" es como un bello canto a la calma del pueblo en contraposición al enervamiento de la ciudad. El sonido de la campana que la conecta con el mundo actual, el de las sillas metálicas, también a mí me hace descolgarme, a mi pesar, de esa atmósfera encantadora que crea su minuciosa y sensible narración.
 
Marta

10 oct 2011

La misma casa

Ahí está. La misma casa

 

Ahí está.

La misma casa de ventanas azules.

¿La recuerdas?

Con su puerta de agosto

en la parte trasera, a la sombra

y su puerta principal de febrero

haciendo frente a las olas.

 

Ahí siguen blanqueadas

las paredes ensimismadas,

orladas con las lentas persianas

del atardecer

sobre las que resbalan los dardos

de un sol generoso y alegre.

 

La penumbra deambula por las habitaciones

invadidas por un raro silencio

y el olor de los pinos

que sobreviven frente al Casino.

 

¿Te has fijado cuando descendíamos

esa montaña llena de olivos y curvas?

Era como penetrar en la intemperie

después de haber estado años

en una nave espacial, 

con mil vueltas en su haber,

descarrilando en el mismo rincón.

 

Duerme la tramontana

y ya no agita a estas horas los arbustos,

los granados aprovechan esa luz

inmensa y regalada para florecer.

Es la hora de la seda rasgada,

y, beber en la fuente sagrada.

 

No se ha borrado de tu memoria

el autobús vacío que iba a Rosas

sorteando tormentas azules de viento

enfurecido, seco y vengativo

ni aquel ventajista niño Melitón.

 

La luna debió elegir este rincón

para adormecer con música de plata,

lentamente, a sus lobos

y enredar en sus tenues hilos de luz líquida

a calamares y serranos.

 

Tus recuerdos se reúnen

en tu frente como bolitas de mercurio

y las tardes se acaban

como se rompe un dios de arcilla,

pero abre los ojos; verás

como en Cadaqués, en cada ventana

se suicida una estrella.

                            Elisa R. Bach

8 oct 2011

Versión italiana del cap 21 de "Niños a la Deriva" por Sara Viotti

Capitolo 21

 

·         Svenimento in ambienti umidi

 AMONIUM CARBONICUM 200 CH

·         Svenimento a causa di ipotensione e stanchezza

 CHINA 15 CH

 ACONITUM 200 CH

 VERATRUM ALBUM 9 CH

 

Mi è toccato oggi

scrivere in poche parole

l'intera tua vita.

L'ho fatto attenta poco a poco

Diglossando le tue opere.

 

Adesso, forse nessuno

Le leggerà.

Ma nessuno saprà

Quanto me com'eri davvero.

Tutta la forza che c'era

In te e quanto

Ci amavi.

Costruivi barchette di carta

Su cui farci sognare

Di navigare e timoroso

Com'eri ci spiegavi

Battaglie omeriche.

 

 

Salvasti dighe sfrattate

E ti sentivi solo

quando ci parlavi

di problemi matematici

che noi non capivamo

e che per te erano semplici

e chiari come l'acqua.

 

Eri modesto e il tuo nome aveva

Il profumo di quel mare

Mosso e immenso che t'accoglieva

Ogni mattino scaldandoti

Le mani con la tazza del caffè

Mentre guardavi

dalla finestra

il vento alzare le onde.

 

Spesso si parla di discrepanze

tra genitori e figli.

Ma io posso dirti che amarti per me

fu facile come respirare.

 

Il comportamento degli uomini della mia infanzia somigliava a un sorriso del cielo rivolto alla carità terrena. Salutavano il male come una stravaganza dell'imbrunire, un po' come si comporta il Dr. Francisco Traver con le sue bimbe anoressiche, con pazienza, con serenità scientifica e con il necessario, empatico affetto. Il passo di una meteora inteneriva, l'avvicinamento della cometa di Halley era osservato dal Dr. Orùs come una benedizione, perché era convinto che la sua coda di milioni di chilometri contenesse gli elementi necessari alla vita; è come se –soleva dire alla Facoltà di Scienze di Barcellona- la gravità del pianeta Terra avesse rubato nel corso del tempo materia vitale alla cometa errante, ogni qualvolta passava vicino a questo meraviglioso astro "spento con l'acqua" (ogni 75 anni).

 

Mi rendo conto della bambina che sono stata, proclive sia ad appassionarsi sia a ferirsi, sono stata molto fortunata. Ho camminato specchiandomi nel Mare Nostrum in quel paesino di Cadaqués pieno dei canti dei gabbiani e delle danze delle farfalle. Ho giocato in orti protetti da muri, levati con pazienza da marinai nei momenti liberi, che facevano fruttare la loro robusta vecchiaia. Mi sono nascosta nei rari canneti al riparo dalla tramontana, protetta da esseri forti come querce e sensibili come uccelli.

 

Il suono di una campana mi fa atterrare su questo mondo, malato a causa di carenza d'atomi d'affetto. Esco dalla farmacia della Rue d'Italie di Aix-en Provence. Già in strada osservo i tavolini del bar de la Cravache, le cui sedie di metallo non sembrano fare per me. Mi risultano più simpatiche e accoglienti le sedie di vimini sintetico della Boutique du Glacier sull'angolo della Rue Marechal Joffre. Chiedo un "exprés bien serré". In altri tempi avrei annusato i Sali ammoniacali per evitare lo svenimento e mi sarei seduta su una panchina fredda qualsiasi proteggendomi dall'umidità del sedile con qualche giornale.

 

Ora, dopo il "café noir" senza zucchero -unica droga ammessa dal mio "Manuale della Solitudine"- mi sento in forma per continuare a percorrere la strada in discesa. A meno di duecento metri mi aspetta una bambina molto simile a quella che ero io.

                                                                                                          Elisa R. Bach

DESFALLECIMIENTOS

Esta noche Andrés colgará en la web www.homeo-psycho.de el capítulo 21 de "Niños a la Deriva", así como las versiones en alemán e inglés de Heike y Yogui. La versión italiana de la hispanista Sara Viotti se colgará en el "Newsletter" de la web. En esta ocasión Elisa apunta los remedios para los desfallecimientos tanto por hipotensión y/o fatiga como por la presencia en ambientes húmedos.

También es un reconocimiento a las tareas que hizo Orús (estudioso del cometa Haley en la Universidad de Barcelona)y a la paciente labor actual del Dr. Francisco Travé (lo podeis encontrar en la red social TEKUIDAMOS y otras presentes en la red).

                                                                           Leo P. Hermes

7 oct 2011

¿Niños a la Deriva una novela de Ciencia ficción?

Hola a tod@s
 
Algunos lectores habituales de nuestra web www.homeo-psycho.de nos transmiten sus dudas sobre si "Niños a la Deriva" es una novela de ciencia ficción.
 
Creemos que habiéndose publicado ya el cap. 20 ya se pueden hacer unas cuantas consideraciones.
 
1) Duque, el astronauta español, es hoy noticia en los diarios. En efecto, después de 5 años de excedencia (bonita forma de nombrar al paro o desempleo) vuelve a trabajar otra vez de astronauta.
 
2) Curiosamente ninguno de los astronautas escribe nada sobre sus experiencias ni sobre células heliotropas en las naves espaciales. Parece que las grandes potencias les imponen un riguroso silencio sobre cosas elementales como el reciclaje del Oxígeno que respiran, el reciclaje del agua, etc etc.
 
3) Todo lo que se cuenta en la novela "Niños a la Deriva" podría, perfectamente, estar sucediendo mientras se escribe este mail.
 
4) Todo lo referente a los niños que aparecen en la novela están sacados de historias reales, incluso algunas filmadas por la TVE como es el caso del "Niño y la Foca". En la novela se recogen muchos de sus comportamientos así como el de personas adultas y/o de la tercera edad.
 
5) Recordar que siempre la realidad supera la imaginación
 
Leo P. Hermes 
 
Si no deseas recibir más correos de nuestra web www.homeo-psycho.de contesta a este mail con la palabra BAJA

5 oct 2011

La hispanista Sara Viotti envía la versión italiana del capítulo 20

Capitolo 20

 

·         Malinconia dopo una forte arrabbiatura

·         Pensieri ricorrenti di suicidio

 AURUM METALLICUM 200 CH

 

Quand'ero bambina, l'erba, all'ora in cui le vie della terra si riconciliavano, levava dolcemente i fili e accendeva i chiarori. I "gentlemen del giorno" nascevano con lo sguardo del loro amore e i castelli delle loro amate avevano finestre quante un monumento di Gaudì.

 

Quand'ero bambina, l'erba conosceva mille divise che non si contraddicevano. Era la provvidenza dei visi bagnati di lacrime. Stregava gli animali, dava asilo all'errore. Si estendeva come il cielo che ha sconfitto la paura del tempo e reso sottile il dolore.

 

Quand'ero bambina, l'erba era buona con gli alienati e ostile con il boia. Si sposava con la soglia di sempre. Gli oggetti e i giochi che inventava erano alati di sorrisi. Non era severa con nessuno di quelli che persa la strada volevano perderla per sempre. Roseti e rovi, nonostante le spine, regalavano rose e more per la gioia dei loro occhi e labbra, come ne esaudissero l'ultimo desiderio.

 

Quand'ero bambina l'erba aveva deciso che il potere della notte valesse meno del suo, che le fonti non complicassero a piacere il proprio corso, che il seme che si perdeva era già mezzo nel becco degli uccelli. Quand'ero bambina, terra e cielo s'odiavano, ma terra e cielo vivevano.

Adesso attraversiamo l'inesauribile siccità; l'uomo è un estraneo per l'aurora. Eppure, inseguendo la vita che ancora non può essere immaginata, ci sono volontà che rabbrividiscono, mormorii che debbono essere affrontati, bimbi sani e salvi che scoprono.

 

Caro Igor,

 

Devo assentarmi dall'ospedale ancora per qualche giorno a causa della burrasca di vento che non si placa sull'aeroporto del Cairo. Il servizio meteorologico dice che il maltempo continuerà.

 

Dopo il nostro violento litigio voglio dirti che mi sono pentita di essermi fatta trascinare dai nervi come facevo a vent'anni. Te ne chiedo scusa.

Ma, d'altra parte, ti ricordo che il tuo potere su di me non ha inizio né fine. E' puntellato solo da assenze, usci strappati, pura inazione. La fatalità si sovrappone all'esistenza e a questa ancora la fatalità. Conoscerai strane altezze.

 

La bellezza – penso - nasce dal dialogo, dal rompere il silenzio per poi rinnovarlo. Questa frase che ti chiama al suo passato è libera. Ecco cosa si legge sulle righe della sua bocca. Ora dopo ora, il mio desiderio di riconciliazione cresce, come la notte artificiale dell'ospedale, il calore indotto dalle placche solari, la vegetazione di plastica e il cielo infestato da leds che impediscono la presenza delle ombre nei corridoi, gravità costruita per rotazione.

 

Tra i quaranta e i sessant'anni, avevo terrore di pensare al suicidio; preferivo annegare quest'idea in una lunga notte fatta di sbronze una dietro l'altra. Ora quest'idea di una fine coerente con la rottura della nostra relazione , che è in gran parte colpa mia, va facendosi pericolosamente strada nella mia mente. Mi sento spinta a progettare come metterla in atto, a lasciare tutto al suo posto, specialmente per quel che riguarda mio figlio, che ha ormai compiuto 15 anni. La progressiva apparizione del sole dietro un lenzuolo grigio all'orizzonte spegne la mia sete di tragedia. Ah! Non aver paura di riversare la tua gioventù sulle mie labbra quando ci rivedremo, se ancora avrai voglia della mia anima e dei miei sospiri.

 

Baci e a presto.

Elisa

PS: ti porterò fichi freschi e uva passa.

4 oct 2011

Mater Amabilis fue a Cadaqués ¡En Cadaqués oli i peix!

¡A Cadaqués oli y peix!
Desde lo alto del Cabo Creus parece una isla griega
mar azul, brisa suave...
Pero Mare de Deu cuantas curvas!
Podían avisarlo al principio...
El mar más bonito que en otras partes de la costa.
                                               Mater Amabilis

COMO UNA AURORA BOREAL PERDIDA EN CADAQUES

Como una Aurora Boreal

 

El sonido del agua en las rocas

era como si alguien bebiera en una botella

y el resto del mar gozaba

de una calma absoluta.

Los cangrejos escalaban las rocas

y cientos de pececillos pardos

paseaban bajo el agua cristalina.

 

Tú tenías los ojos fijos en las barcas

que flotaban sobre el horizonte,

el sol se había puesto a tu espalda.

Entonces sucedió. El cielo enrojeció;

las casas y las terrazas se iluminaron

como si miles de velas de color magenta

las hubieran invadido.

 

En todo el pequeño puerto

surgió la alegría. Se oía

a gran distancia el rumor de las palabras

y al mismo tiempo el silencio

que resbalaba de la montaña

se estrellaba contra las blancas paredes

tintadas de rosa.

 

De repente el mar te pareció un sueño

reflejo de un mundo tranquilo

y en paz consigo mismo

del que no querías despertar;

y, así se mantuvo hasta que las estrellas

limpiaron el cielo.

 

Al día siguiente los periódicos

discutían si fue un ovni

o un fenómeno eléctrico

como una aurora boreal

perdida frente a Cadaqués.

 

No había sido un sueño

y tú tuviste la necesidad

de escribir lo ocurrido.

Fue en aquel agosto de 1.96…

                                       Elisa R. Bach

3 oct 2011

La hispanista Sara Viotti envía la versión italiana del cap 20 de "Niños a la deriva"

Capitolo 20

 

·         Malinconia dopo una forte arrabbiatura

·         Pensieri ricorrenti di suicidio

AURUM METALLICUM 200 CH

 

Quand'ero bambina, l'erba, all'ora in cui le vie della terra si riconciliavano, levava dolcemente i fili e accendeva i chiarori. I "gentlemen del giorno" nascevano con lo sguardo del loro amore e i castelli delle loro amate avevano finestre quante un monumento di Gaudì.

 

Quand'ero bambina, l'erba conosceva mille divise che non si contraddicevano. Era la provvidenza dei visi bagnati di lacrime. Stregava gli animali, dava asilo all'errore. Si estendeva come il cielo che ha sconfitto la paura del tempo e reso sottile il dolore.

 

Quand'ero bambina, l'erba era buona con gli alienati e ostile con il boia. Si sposava con la soglia di sempre. Gli oggetti e i giochi che inventava erano alati di sorrisi. Non era severa con nessuno di quelli che persa la strada volevano perderla per sempre. Roseti e rovi, nonostante le spine, regalavano rose e more per la gioia dei loro occhi e labbra, come ne esaudissero l'ultimo desiderio.

 

Quand'ero bambina l'erba aveva deciso che il potere della notte valesse meno del suo, che le fonti non complicassero a piacere il proprio corso, che il seme che si perdeva era già mezzo nel becco degli uccelli. Quand'ero bambina, terra e cielo s'odiavano, ma terra e cielo vivevano.

Adesso attraversiamo l'inesauribile siccità; l'uomo è un estraneo per l'aurora. Eppure, inseguendo la vita che ancora non può essere immaginata, ci sono volontà che rabbrividiscono, mormorii che debbono essere affrontati, bimbi sani e salvi che scoprono.

 

Caro Igor,

 

Devo assentarmi dall'ospedale ancora per qualche giorno a causa della burrasca di vento che non si placa sull'aeroporto del Cairo. Il servizio meteorologico dice che il maltempo continuerà.

 

Dopo il nostro violento litigio voglio dirti che mi sono pentita di essermi fatta trascinare dai nervi come facevo a vent'anni. Te ne chiedo scusa.

Ma, d'altra parte, ti ricordo che il tuo potere su di me non ha inizio né fine. E' puntellato solo da assenze, usci strappati, pura inazione. La fatalità si sovrappone all'esistenza e a questa ancora la fatalità. Conoscerai strane altezze.

 

La bellezza – penso - nasce dal dialogo, dal rompere il silenzio per poi rinnovarlo. Questa frase che ti chiama al suo passato è libera. Ecco cosa si legge sulle righe della sua bocca. Ora dopo ora, il mio desiderio di riconciliazione cresce, come la notte artificiale dell'ospedale, il calore indotto dalle placche solari, la vegetazione di plastica e il cielo infestato da leds che impediscono la presenza delle ombre nei corridoi, gravità costruita per rotazione.

 

Tra i quaranta e i sessant'anni, avevo terrore di pensare al suicidio; preferivo annegare quest'idea in una lunga notte fatta di sbronze una dietro l'altra. Ora quest'idea di una fine coerente con la rottura della nostra relazione , che è in gran parte colpa mia, va facendosi pericolosamente strada nella mia mente. Mi sento spinta a progettare come metterla in atto, a lasciare tutto al suo posto, specialmente per quel che riguarda mio figlio, che ha ormai compiuto 15 anni. La progressiva apparizione del sole dietro un lenzuolo grigio all'orizzonte spegne la mia sete di tragedia. Ah! Non aver paura di riversare la tua gioventù sulle mie labbra quando ci rivedremo, se ancora avrai voglia della mia anima e dei miei sospiri.

 

Baci e a presto.

Elisa

PS: ti porterò fichi freschi e uva passa.