21 oct 2011
Comentario de una profesional de la Salud
Molt bó aquest capitol 22.
No obstant, crec que jo trenco aquesta regla: vaig passar la meva primera etapa essent lycopodium, després vaig passar a sulphur i ara crec que estic en calcarea carbonica....és el que hi ha!
D´altra banda m´ha encantat la detallada i extensa descripció de hospital Carioca....quina imaginació! semblava com si anés recorrent-lo amb una càmara de filmar!!!
I quin contrast amb l´espai reduít de la caravana,...realment amb l´Elisa és fàcil sentir-te esplèndidament, com en l´hospital carioca i als 2 segons, agobiada, sentint com deuria viure a la caravana!!!
Gràcies!
El Resentimiento
El resentimiento
Crees que tienes la culpa
porque nada te protege del desencanto.
Sin embargo todo te dice
que evites hacer la suma
y observes la luz que invade el cielo.
¡Tal vez mañana no sea el final!
Vive el resplandor del atardecer,
la hermosa cabeza de brusca mirada,
la seca sonrisa, la piel como nieve,
el ojo turbio como el rio que sale
por vez primera del hielo,
la fría luz de esta vida en diciembre.
Por eso vas al mar,
quizás sus caricias
calienten en nuestro abrazo.
Abandonaste tus paseos
a conocidos parajes arqueológicos.
Ya no encuentras huellas
del consuelo en las ruinas,
en aquellas mismas piedras
en donde ayer te sentabas.
En eso piensas, no en atenienses
del siglo quinto antes de Cristo.
Tampoco Karnac o Delfos valen la pena.
¡Es tan evidente que te fuiste
por resentimiento, por una venganza
que sólo a mí puede dañarme!
Evita hacer la suma
y observa la luz que invade el cielo.
Elisa R. Bach
19 oct 2011
Las tres fases en un profesional: OPTIMISMO, INSEGURIDAD, PESIMISMO
"…Estoy admirada por todos los aspectos científicos que incluye la primera parte del texto del capítulo 22. La descripción de la forma de la nave y de las condiciones que allí se dan me parece excelente; es sencilla, clara y precisa, y, por otra parte, el repaso al toro geométrico, a la fuerza de la gravedad y a la aceleración de Coriolís le dan un importante nivel matemático. Muy bien Elisa, me gusta la parte de ciencia que regularmente figura en los imaginativos textos de "Niños a la deriva"…"
La Profe de Mates
"…A sugerencia de la narradora, reflexioné, y empecé a imaginarme situaciones que ella plantea en un mundo sin sombras; sentí... ¡un agobio brutal!. Me produjo tremendo alivio el hecho de ver la sombra de mi dedo proyectada sobre el teclado del ordenador. Cada semana, el capítulo de "Niños" me abre una ventana a un "paisaje" diferente, a un mundo nuevo, y que siempre me encanta…"
Gracias. Marta
"…Me gusta mucho el fragmento que hace referencia a la duda entre dos soledades y, ante la incertidumbre de la narradora, yo la animaría a inclinarse por la primera: los poemas de su pluma podrían envolver ese regalo que está esperando el lector para atenuar su propia soledad…"
Santi
17 oct 2011
Versión italiana de la hispanista Sara Viotti del Cap´22 de NIÑOS A LA DERIVA
Capitolo 22
Ritorno alla vita ospedaliera. Fasi della carriera professionale.
· Ottimismo
SUPHUR 15 CH
· Insicurezza (paura di non farcela)
LYCOPODIUM 200 CH
· Pessimismo (paura indistinta)
CALCAREA CARBONICA
Un casa in riva al mare
Come d'inverno in una casa in riva al mare
Le onde elettromagnetiche brillano
E battono come sabbia bianca
La deserta facciata centrale
Al cui centro si trova il sole.
L'ampiezza del cielo buio
opposto al sole
colmo di stelle nasconde come un velo
l'alta e piccola finestra muta
rivolta allo spazio infinito.
Nell'angusta cantina
Si cuoce il pane di farina inesistente
Nell'aria un profumo speciale ricorda
Un mulino che canti con le braccia stese al vento.
Con occhi di sale solca la mareggiata densa
Il muro leggero di titanio,
come vento d'inverno corrode il pensiero.
E dolce in una brezza immaginaria
si fa strada come fosse estate
dalle calde ombre.
Il suolo metallico chiama i piedi
come già Pangea le radici,
mentre lo sguardo cerca
un azimut per sognare ad occhi aperti.
Si aprono e si chiudono finestre. Niente.
Qualcuno verrà ad abitare questa nave crescente
La prima volta che ho visto il moderno ospedale Carioca ho creduto di sognare. Ascoltando la parola "transbordador" con la perfetta acustica del veicolo l'avevo interpretata con il significato di aeroplano in lingua portoghese, ma dopo, alla vista panoramica di una struttura a forma di toro geometrico, una specie di gigantesca ruota da motocicletta munita di pneumatico con raggi ed asse perpendicolare al piano del toro, compresi che il veicolo dove viaggiavo era un autentico transbordador che faceva già manovra per congiungersi alla rampa che faceva le veci di una pista d'atterraggio.
Sentii emozionata che mi batteva il cuore e con una sensazione di meraviglia mista a paura, curiosità e angoscia presi ad annotare sul mio Quaderno di bordo ogni dettaglio di ciò che vedevo, sentivo e provavo mentre con la coda degli occhi osservavo la reazione degli altri passeggeri. La smorfia sulle loro labbra m'indicava che dovevano provare la mia stessa sensazione. Prima di "prendere contatto" con l'Ospedale Carioca ci diedero una piccola spiegazione in portoghese brasiliano, spagnolo, inglese e cinese di ciò che era quell'edificio fuori del comune che manteneva al fresco più di un milione di persone.
La sua forma -spiegava la hostess- favorisce, girando sull'asse perpendicolare che passa per il centro del giro, la creazione di una gravità artificiale simile a quella terrestre. La forza centrifuga cui erano sottoposti mobili, libri, cibo, macchine, persone ecc. era -parola della hostess- equivalente a quella prodotta dall'accelerazione di gravità che si poteva sperimentare nella zona di Parigi.
La struttura, in apparenza, simulava tutte le condizioni in cui milioni di abitanti vivono sulla Terra. I costruttori si erano presi la briga di imitare migliaia di dettagli della vita quotidiana di un ospedale: si vantavano perfino del fatto che all'Ospedale Carioca la vita fosse migliore perché erano stati ridotti gli effetti dell'accelerazione di Coriolis e molti altri aspetti fisici e psicologici che intervengono sul corpo umano.
Uno studio così millimetrico era, in effetti, sorprendente; ed era mirabile lo sforzo tecnico economico e umano portato a termine, ma con il tempo poco a poco vennero a galla i difetti. S'immagini un luogo senza nuvole, dove la pioggia non esista del tutto; un luogo dove non ci sia primavera, né estate, né neve; la notte non esista , il nostro ciclo circadiano sia segnato dall'orologio perché l'orbita dello spazio all'interno dello spazio in questione si dà perpendicolarmente al piano dell'equatore e il sole è sempre nella stessa posizione, cioè il giorno ha le stesse ore dell'anno, minimizzando gli effetti del movimento di traslazione del sole verso l'Apex.
S'immagini un mondo dove nulla possiede un'ombra a causa di un'illuminazione che si diffonde in tutte le direzioni creata da migliaia di minuscoli leds; un mondo di estetiche piante di plastica da cui sorgono profumi artificiali anch'essi; di pareti dai quadri a colori vistosi dove sono vietati i neri e i seppia; nelle aree di divertimento gli schermi extrapiatti trasmettono continuamente video di folle che ballano la samba o film idilliaci d'erotismo superficiale e partite di calcio; nelle sale di lettura le pareti sono decorate come se contenessero migliaia di libri dando l'illusione di trovarsi in una biblioteca.
In uno spazio di quattro metri quadrati ho convissuto con mio figlio come nella stanza di una roulotte. Sotto un letto della larghezza di un metro riponevamo i pochi abiti, resi secchi e rugosi dalla scarsa umidità relativa dell'atmosfera, in alto il letto di mio figlio e una scrivania come soppalco. Durante "il giorno" il mio letto si trasformava in un tavolo da lavoro e quando lo si alzava tutto il materiale utile scivolava fuori come se uscisse dalla parete fino a formare un piccolo ufficio. In questo ambiente la paura s'impadroniva di noi e abbracciati l'uno all'altra pregavamo per scongiurare i minacciosi pericoli immaginari di un mondo senza ombre.
16 oct 2011
ALABANZA A NUESTRA PROPIA SOMBRA
EL VERANO NO QUIERE DESPEDIRSE
El verano no quiere despedirse
A veces el verano no quiere
despedirse como lo suele hacer
acompañando al bosque,
con trufas y cortezas de árbol,
misterios que sólo surgen en otoño.
la arena aún se deja pisar
por pies descalzos
y el espacio entre los árboles
es como una ventana iluminada
que deja ver el febril trabajo
de diecisiete duendes adorando al sol.
Escaleras de troncos abajo,
se bañan los últimos turistas
del atípico octubre
mientras las jóvenes olas se estrellan
contra los dientes de granito.
Algunos barcos se apoyan
en el fondo azul,
sin sobrepasar el horizonte,
como los cuadros que sobran
en la vieja casa de Cadaqués.
El tomillo silvestre
se pierde con un rayo de sol
junto al momento desatendido
como música escuchada
en la profundidad de lo absoluto.
Nosotros mismos somos música
como la que sale de una caracola
varada en una cala
y del suave oleaje de una Costa Brava
anormalmente tranquila.
Los pinos nos rodean junto al mar
protegiéndonos de la tormenta de luz
y de la mezcla imposible
de cercanos augurios
de cipreses y esperanzas.
A veces el verano no quiere
despedirse como el bosque
con trufas y cortezas de árbol.
Elisa R. Bach
15 oct 2011
Fases por las que atraviesa el profesional: OPTIMISMO, INSEGURIDAD, PESIMISMO
Esta noche Andrés subirá desde México a la web www.homeo-psycho.de el capítulo 22 de la novela "NIÑOS A LA DERIVA" con las correspondientes versiones en alemán e inglés de Heike y Yogui. En este capítulo Elisa indica las fases por las que atraviesa el profesional en cuanto a su actividad: OPTIMISMO, INSEGURIDAD, PESIMISMO, indicando cuáles son sus remedios homeopáticos.
Aprovechamos este mail para recordar que los comentarios que los usuarios y lectores de esta página se publican en el "Newsletter"
Leo P. Hermes
Nota: si no deseas recibir más correos de nuestra web www.homeo-psycho.de responde a este mail con la palabra BAJA.
14 oct 2011
ARSENICUM ALBUM el mejor remedio para combatir la soledad aparte del chocolate
Dame tu soledad
Algún día el tiempo se detendrá,
cerraré los ojos: querré
guardar esa armonía
geométrica, suave, intocada.
Mientras tanto el sueño
se prolongará en la aurora
como una rama frágil
y alguna estrella nocturna
seguirá bajo las hojas.
Algún día el tiempo se detendrá
ante una luz.
Y habré de cambiar mi sangre
por el espacio mítico
de un sueño.
Antes de que eso ocurra
dame tu soledad
y acosaré obsesivamente
la belleza que se desprende
de todo lo que te rodea
y aquello que al tocarte
se enamora de ti.
Dame tu soledad
y le haré un antifaz
para que ciegue tu corazón,
dame algunas palabras
que te sobren y les pondré
una sonrisa a los silencios,
dame el nombre de alguna ciudad
y en ella sembraré
planetas antiguos
que abran las aceras a los pájaros.
Dame un callar exacto, sin decimales
y te lo cambiaré por playas
que murmuren canciones
de naufragios equivocados
y estampidas septembrinas de gorriones
Elisa R. Bach
13 oct 2011
Este año a diez de octubre aún es verano en Cadaqués
10 oct 2011
La misma casa
Ahí está. La misma casa
Ahí está.
La misma casa de ventanas azules.
¿La recuerdas?
Con su puerta de agosto
en la parte trasera, a la sombra
y su puerta principal de febrero
haciendo frente a las olas.
Ahí siguen blanqueadas
las paredes ensimismadas,
orladas con las lentas persianas
del atardecer
sobre las que resbalan los dardos
de un sol generoso y alegre.
La penumbra deambula por las habitaciones
invadidas por un raro silencio
y el olor de los pinos
que sobreviven frente al Casino.
¿Te has fijado cuando descendíamos
esa montaña llena de olivos y curvas?
Era como penetrar en la intemperie
después de haber estado años
en una nave espacial,
con mil vueltas en su haber,
descarrilando en el mismo rincón.
Duerme la tramontana
y ya no agita a estas horas los arbustos,
los granados aprovechan esa luz
inmensa y regalada para florecer.
Es la hora de la seda rasgada,
y, beber en la fuente sagrada.
No se ha borrado de tu memoria
el autobús vacío que iba a Rosas
sorteando tormentas azules de viento
enfurecido, seco y vengativo
ni aquel ventajista niño Melitón.
La luna debió elegir este rincón
para adormecer con música de plata,
lentamente, a sus lobos
y enredar en sus tenues hilos de luz líquida
a calamares y serranos.
Tus recuerdos se reúnen
en tu frente como bolitas de mercurio
y las tardes se acaban
como se rompe un dios de arcilla,
pero abre los ojos; verás
como en Cadaqués, en cada ventana
se suicida una estrella.
Elisa R. Bach
8 oct 2011
Versión italiana del cap 21 de "Niños a la Deriva" por Sara Viotti
Capitolo 21
· Svenimento in ambienti umidi
AMONIUM CARBONICUM 200 CH
· Svenimento a causa di ipotensione e stanchezza
CHINA 15 CH
ACONITUM 200 CH
VERATRUM ALBUM 9 CH
Mi è toccato oggi
scrivere in poche parole
l'intera tua vita.
L'ho fatto attenta poco a poco
Diglossando le tue opere.
Adesso, forse nessuno
Le leggerà.
Ma nessuno saprà
Quanto me com'eri davvero.
Tutta la forza che c'era
In te e quanto
Ci amavi.
Costruivi barchette di carta
Su cui farci sognare
Di navigare e timoroso
Com'eri ci spiegavi
Battaglie omeriche.
Salvasti dighe sfrattate
E ti sentivi solo
quando ci parlavi
di problemi matematici
che noi non capivamo
e che per te erano semplici
e chiari come l'acqua.
Eri modesto e il tuo nome aveva
Il profumo di quel mare
Mosso e immenso che t'accoglieva
Ogni mattino scaldandoti
Le mani con la tazza del caffè
Mentre guardavi
dalla finestra
il vento alzare le onde.
Spesso si parla di discrepanze
tra genitori e figli.
Ma io posso dirti che amarti per me
fu facile come respirare.
Il comportamento degli uomini della mia infanzia somigliava a un sorriso del cielo rivolto alla carità terrena. Salutavano il male come una stravaganza dell'imbrunire, un po' come si comporta il Dr. Francisco Traver con le sue bimbe anoressiche, con pazienza, con serenità scientifica e con il necessario, empatico affetto. Il passo di una meteora inteneriva, l'avvicinamento della cometa di Halley era osservato dal Dr. Orùs come una benedizione, perché era convinto che la sua coda di milioni di chilometri contenesse gli elementi necessari alla vita; è come se –soleva dire alla Facoltà di Scienze di Barcellona- la gravità del pianeta Terra avesse rubato nel corso del tempo materia vitale alla cometa errante, ogni qualvolta passava vicino a questo meraviglioso astro "spento con l'acqua" (ogni 75 anni).
Mi rendo conto della bambina che sono stata, proclive sia ad appassionarsi sia a ferirsi, sono stata molto fortunata. Ho camminato specchiandomi nel Mare Nostrum in quel paesino di Cadaqués pieno dei canti dei gabbiani e delle danze delle farfalle. Ho giocato in orti protetti da muri, levati con pazienza da marinai nei momenti liberi, che facevano fruttare la loro robusta vecchiaia. Mi sono nascosta nei rari canneti al riparo dalla tramontana, protetta da esseri forti come querce e sensibili come uccelli.
Il suono di una campana mi fa atterrare su questo mondo, malato a causa di carenza d'atomi d'affetto. Esco dalla farmacia della Rue d'Italie di Aix-en Provence. Già in strada osservo i tavolini del bar de la Cravache, le cui sedie di metallo non sembrano fare per me. Mi risultano più simpatiche e accoglienti le sedie di vimini sintetico della Boutique du Glacier sull'angolo della Rue Marechal Joffre. Chiedo un "exprés bien serré". In altri tempi avrei annusato i Sali ammoniacali per evitare lo svenimento e mi sarei seduta su una panchina fredda qualsiasi proteggendomi dall'umidità del sedile con qualche giornale.
Ora, dopo il "café noir" senza zucchero -unica droga ammessa dal mio "Manuale della Solitudine"- mi sento in forma per continuare a percorrere la strada in discesa. A meno di duecento metri mi aspetta una bambina molto simile a quella che ero io.
Elisa R. Bach
DESFALLECIMIENTOS
Esta noche Andrés colgará en la web www.homeo-psycho.de el capítulo 21 de "Niños a la Deriva", así como las versiones en alemán e inglés de Heike y Yogui. La versión italiana de la hispanista Sara Viotti se colgará en el "Newsletter" de la web. En esta ocasión Elisa apunta los remedios para los desfallecimientos tanto por hipotensión y/o fatiga como por la presencia en ambientes húmedos.
También es un reconocimiento a las tareas que hizo Orús (estudioso del cometa Haley en la Universidad de Barcelona)y a la paciente labor actual del Dr. Francisco Travé (lo podeis encontrar en la red social TEKUIDAMOS y otras presentes en la red).
Leo P. Hermes
7 oct 2011
¿Niños a la Deriva una novela de Ciencia ficción?
5 oct 2011
La hispanista Sara Viotti envía la versión italiana del capítulo 20
Capitolo 20
· Malinconia dopo una forte arrabbiatura
· Pensieri ricorrenti di suicidio
AURUM METALLICUM 200 CH
Quand'ero bambina, l'erba, all'ora in cui le vie della terra si riconciliavano, levava dolcemente i fili e accendeva i chiarori. I "gentlemen del giorno" nascevano con lo sguardo del loro amore e i castelli delle loro amate avevano finestre quante un monumento di Gaudì.
Quand'ero bambina, l'erba conosceva mille divise che non si contraddicevano. Era la provvidenza dei visi bagnati di lacrime. Stregava gli animali, dava asilo all'errore. Si estendeva come il cielo che ha sconfitto la paura del tempo e reso sottile il dolore.
Quand'ero bambina, l'erba era buona con gli alienati e ostile con il boia. Si sposava con la soglia di sempre. Gli oggetti e i giochi che inventava erano alati di sorrisi. Non era severa con nessuno di quelli che persa la strada volevano perderla per sempre. Roseti e rovi, nonostante le spine, regalavano rose e more per la gioia dei loro occhi e labbra, come ne esaudissero l'ultimo desiderio.
Quand'ero bambina l'erba aveva deciso che il potere della notte valesse meno del suo, che le fonti non complicassero a piacere il proprio corso, che il seme che si perdeva era già mezzo nel becco degli uccelli. Quand'ero bambina, terra e cielo s'odiavano, ma terra e cielo vivevano.
Adesso attraversiamo l'inesauribile siccità; l'uomo è un estraneo per l'aurora. Eppure, inseguendo la vita che ancora non può essere immaginata, ci sono volontà che rabbrividiscono, mormorii che debbono essere affrontati, bimbi sani e salvi che scoprono.
Caro Igor,
Devo assentarmi dall'ospedale ancora per qualche giorno a causa della burrasca di vento che non si placa sull'aeroporto del Cairo. Il servizio meteorologico dice che il maltempo continuerà.
Dopo il nostro violento litigio voglio dirti che mi sono pentita di essermi fatta trascinare dai nervi come facevo a vent'anni. Te ne chiedo scusa.
Ma, d'altra parte, ti ricordo che il tuo potere su di me non ha inizio né fine. E' puntellato solo da assenze, usci strappati, pura inazione. La fatalità si sovrappone all'esistenza e a questa ancora la fatalità. Conoscerai strane altezze.
La bellezza – penso - nasce dal dialogo, dal rompere il silenzio per poi rinnovarlo. Questa frase che ti chiama al suo passato è libera. Ecco cosa si legge sulle righe della sua bocca. Ora dopo ora, il mio desiderio di riconciliazione cresce, come la notte artificiale dell'ospedale, il calore indotto dalle placche solari, la vegetazione di plastica e il cielo infestato da leds che impediscono la presenza delle ombre nei corridoi, gravità costruita per rotazione.
Tra i quaranta e i sessant'anni, avevo terrore di pensare al suicidio; preferivo annegare quest'idea in una lunga notte fatta di sbronze una dietro l'altra. Ora quest'idea di una fine coerente con la rottura della nostra relazione , che è in gran parte colpa mia, va facendosi pericolosamente strada nella mia mente. Mi sento spinta a progettare come metterla in atto, a lasciare tutto al suo posto, specialmente per quel che riguarda mio figlio, che ha ormai compiuto 15 anni. La progressiva apparizione del sole dietro un lenzuolo grigio all'orizzonte spegne la mia sete di tragedia. Ah! Non aver paura di riversare la tua gioventù sulle mie labbra quando ci rivedremo, se ancora avrai voglia della mia anima e dei miei sospiri.
Baci e a presto.
Elisa
PS: ti porterò fichi freschi e uva passa.
4 oct 2011
Mater Amabilis fue a Cadaqués ¡En Cadaqués oli i peix!
Desde lo alto del Cabo Creus parece una isla griega
mar azul, brisa suave...
Pero Mare de Deu cuantas curvas!
Podían avisarlo al principio...
El mar más bonito que en otras partes de la costa.
COMO UNA AURORA BOREAL PERDIDA EN CADAQUES
Como una Aurora Boreal
El sonido del agua en las rocas
era como si alguien bebiera en una botella
y el resto del mar gozaba
de una calma absoluta.
Los cangrejos escalaban las rocas
y cientos de pececillos pardos
paseaban bajo el agua cristalina.
Tú tenías los ojos fijos en las barcas
que flotaban sobre el horizonte,
el sol se había puesto a tu espalda.
Entonces sucedió. El cielo enrojeció;
las casas y las terrazas se iluminaron
como si miles de velas de color magenta
las hubieran invadido.
En todo el pequeño puerto
surgió la alegría. Se oía
a gran distancia el rumor de las palabras
y al mismo tiempo el silencio
que resbalaba de la montaña
se estrellaba contra las blancas paredes
tintadas de rosa.
De repente el mar te pareció un sueño
reflejo de un mundo tranquilo
y en paz consigo mismo
del que no querías despertar;
y, así se mantuvo hasta que las estrellas
limpiaron el cielo.
Al día siguiente los periódicos
discutían si fue un ovni
o un fenómeno eléctrico
como una aurora boreal
perdida frente a Cadaqués.
No había sido un sueño
y tú tuviste la necesidad
de escribir lo ocurrido.
Fue en aquel agosto de 1.96…
Elisa R. Bach
3 oct 2011
La hispanista Sara Viotti envía la versión italiana del cap 20 de "Niños a la deriva"
Capitolo 20
· Malinconia dopo una forte arrabbiatura
· Pensieri ricorrenti di suicidio
AURUM METALLICUM 200 CH
Quand'ero bambina, l'erba, all'ora in cui le vie della terra si riconciliavano, levava dolcemente i fili e accendeva i chiarori. I "gentlemen del giorno" nascevano con lo sguardo del loro amore e i castelli delle loro amate avevano finestre quante un monumento di Gaudì.
Quand'ero bambina, l'erba conosceva mille divise che non si contraddicevano. Era la provvidenza dei visi bagnati di lacrime. Stregava gli animali, dava asilo all'errore. Si estendeva come il cielo che ha sconfitto la paura del tempo e reso sottile il dolore.
Quand'ero bambina, l'erba era buona con gli alienati e ostile con il boia. Si sposava con la soglia di sempre. Gli oggetti e i giochi che inventava erano alati di sorrisi. Non era severa con nessuno di quelli che persa la strada volevano perderla per sempre. Roseti e rovi, nonostante le spine, regalavano rose e more per la gioia dei loro occhi e labbra, come ne esaudissero l'ultimo desiderio.
Quand'ero bambina l'erba aveva deciso che il potere della notte valesse meno del suo, che le fonti non complicassero a piacere il proprio corso, che il seme che si perdeva era già mezzo nel becco degli uccelli. Quand'ero bambina, terra e cielo s'odiavano, ma terra e cielo vivevano.
Adesso attraversiamo l'inesauribile siccità; l'uomo è un estraneo per l'aurora. Eppure, inseguendo la vita che ancora non può essere immaginata, ci sono volontà che rabbrividiscono, mormorii che debbono essere affrontati, bimbi sani e salvi che scoprono.
Caro Igor,
Devo assentarmi dall'ospedale ancora per qualche giorno a causa della burrasca di vento che non si placa sull'aeroporto del Cairo. Il servizio meteorologico dice che il maltempo continuerà.
Dopo il nostro violento litigio voglio dirti che mi sono pentita di essermi fatta trascinare dai nervi come facevo a vent'anni. Te ne chiedo scusa.
Ma, d'altra parte, ti ricordo che il tuo potere su di me non ha inizio né fine. E' puntellato solo da assenze, usci strappati, pura inazione. La fatalità si sovrappone all'esistenza e a questa ancora la fatalità. Conoscerai strane altezze.
La bellezza – penso - nasce dal dialogo, dal rompere il silenzio per poi rinnovarlo. Questa frase che ti chiama al suo passato è libera. Ecco cosa si legge sulle righe della sua bocca. Ora dopo ora, il mio desiderio di riconciliazione cresce, come la notte artificiale dell'ospedale, il calore indotto dalle placche solari, la vegetazione di plastica e il cielo infestato da leds che impediscono la presenza delle ombre nei corridoi, gravità costruita per rotazione.
Tra i quaranta e i sessant'anni, avevo terrore di pensare al suicidio; preferivo annegare quest'idea in una lunga notte fatta di sbronze una dietro l'altra. Ora quest'idea di una fine coerente con la rottura della nostra relazione , che è in gran parte colpa mia, va facendosi pericolosamente strada nella mia mente. Mi sento spinta a progettare come metterla in atto, a lasciare tutto al suo posto, specialmente per quel che riguarda mio figlio, che ha ormai compiuto 15 anni. La progressiva apparizione del sole dietro un lenzuolo grigio all'orizzonte spegne la mia sete di tragedia. Ah! Non aver paura di riversare la tua gioventù sulle mie labbra quando ci rivedremo, se ancora avrai voglia della mia anima e dei miei sospiri.
Baci e a presto.
Elisa
PS: ti porterò fichi freschi e uva passa.